La sartoria napoletana

Napoli è da sempre sinonimo di eleganza e sartoria su misura. La tradizione tessile, infatti, parte da molto lontano. Addirittura dal 1700 durante il regno di Carlo di Borbone, sovrano celebre poiché aveva il sogno di far diventare Napoli e la Campania un’oasi in cui poter trascorrere la vita come se si fosse in un’eterna vacanza.

La sua grande ammirazione per gli antichi romani e la loro cultura fece sì che tornasse a valere la dicitura di “Campania Felix”. Da qui nacque l’esigenza, per lui e di tutta la sua Corte, di vivere in maniera sfarzosa tra feste e battute di caccia.

Carlo ostenta la fortuna di essere il Re del “Paradiso” sulla Terra e fa in modo che arrivino in città le stoffe più pregiate al mondo per affidarle alle sapienti mani di artigiani capaci di eccellere al confronto con i Maestri parigini e londinesi che all’epoca erano gli esempi da seguire.

La vanità della corona e della sua Corte divennero il complemento alla caparbietà tipica del carattere partenopeo ed insieme fecero sì che Napoli in pochissimo tempo divenne famosa nel mondo anche per la qualità dei suoi Maestri sarti. Per ogni sarto napoletano che si rispetti, da sempre vale il concetto che gusto e qualità devono andare di pari passo e senza mai escludere il gusto e le esigenze del cliente.

Ogni sarto napoletano, poi, ha sempre dato ad ognuna delle sue creazioni delle personalizzazioni, una sorta di firma riconoscibile del proprio lavoro. Ogni abito, quindi, aveva un aspetto particolare che rendesse riconoscibile il Maestro che l’aveva creato.

Questa fu la base di partenza per una competizione puramente estetica tra le maestranze che elesse Napoli come la capitale dell’eleganza legata a doppio filo con la cultura partenopea che puntava ad essere impeccabile anche solo per andare al bar a godersi un caffè.

Mentre nelle altre capitali europee l’eleganza era esclusivamente da sfoggiare nel mondo del lavoro rispecchiando austerità e professionalità tipico di ogni ambiente professionale, a Napoli nacquero da un miscela di sapere e leggerezza le forme curve delle tasche e le linee morbide e arrotondate delle giacche. Inoltre le colorate fantasie dei tessuti e gli accessori più o meno divertenti come i cappelli con la falda fatti di paglia intrecciata a mano da indossare anche in spiaggia iniziavano a diventare dei must.

E da allora la giacca per un napoletano resta un capo d’abbigliamento da poter indossare sempre, senza mai sentirne il peso e la responsabilità. Non è, infatti, un capo di abbigliamento che crea distacco e soggezione.

È in questi insegnamenti e in questa cultura che fonda le radici la sartoria Caliendo. Fondata da Biagio Caliendo nel 1961, si trova da 60 anni nello stesso laboratorio. Al suo interno “si cuciono” abiti, giacche e cappotti ed ogni altro genere di capo d’abbigliamento. Sempre nello stesso modo, senza mai perdere il tratto distintivo di maggiore spessore: l’artigianalità del prodotto interamente fatto a mano, la qualità dei tessuti, l’attenzione per le esigenze del cliente.

Oggi è Elia, il figlio di Biagio, a portare avanti la sartoria e a proseguire la tradizione familiare. Seguendo gli insegnamenti che tramanda da 300 anni la scuola di sartoria napoletana, Elia Caliendo con le sue creazioni punta sull’innovazione senza mai, però, tralasciare la tradizione. Quella dei maestri sartoriali napoletani che da secoli si tramanda di padre in figlio.

Dicono di noi

Come nasce un capo di abbigliamento artigianale? Ecco tutte le fasi della lavorazione per avere un capo ad hoc che rispetti l’antica tradizione sartoriale napoletana.

La scelta del tessuto

La prima fase inizia ascoltando le esigenze del cliente e in particolare cercando di percepire quali siano i suoi gusti. In questo modo il sarto potrà proporre le migliori soluzioni per il cliente senza disorientarlo vista la vastità delle opzioni possibili.

Le misure

Per ogni parte del corpo il sarto prende le misure annotando con lui ogni piccolo dettaglio per accontentarlo il più possibile e soddisfare ogni richiesta di confort e personalizzazione.

Le correzioni

Dopo aver imbastito l’abito alla fase della misurazione, il sarto fa indossare l’abito al cliente e valuta con lui le correzioni da fare.

Controllo finale

L’abito viene scucito, corretto e nuovamente imbastito. Questa procedura va avanti almeno due volte fino fino ad arrivare privo di ogni difetto alla misura finale e quindi pronto per essere consegnato al cliente.